Alberto Giani
“La chiesa di San Miniato non può non gioire perché ha ricevuto da Dio, in Alberto, un dono prezioso che l’ha fatta più bella
e più credibile; con lui ha avuto una preziosa eredità che conserverà nello scrigno delle sue ricchezze più grandi”
(dall’omelia del Vescovo di San Miniato, Mons. Fausto Tardelli, in morte di Alberto Giani, 14 maggio 2007)
ALBERTO GIANI è stato un testimone credibile di una fede profondamente incarnata e laicamente vissuta, spesa nella formazione dei giovani e delle coppie, nell’aiuto ai poveri e alle persone in difficoltà.
Nato a Fucecchio il 20 luglio 1964, si laurea in psicologia all’università di Roma nel 1992. Nel 2000 consegue il baccalaureato in Scienze Religiose.
Sin da giovane è partecipe attivo della vita della comunità cristiana e civile della sua città natale.
Fa parte dell’Azione Cattolica diocesana partecipando come educatore a numerosissime iniziative e campi scuola. Nel 1993 si sposa a Capanne con Rita e dal loro matrimonio nascono quattro figli.
Nel 1996 diviene direttore della Caritas diocesana. Molti progetti che nascono in quegli anni lo vedono protagonista attivo: il Centro di Ospitalità Notturna per immigrati a S.Croce sull’Arno; l’apertura della Casa Famiglia per gestanti presso l’Istituto Divino Amore di Montopoli; l’impegno attivo presso la Casa Famiglia Caritas a San Miniato.
Ha collaborato professionalmente con la Fondazione Stella Maris, operando presso la Casa Verde di San Miniato.
Oltre a svolgere la sua attività di psicologo, insegna per molti anni religione presso l’Istituto Professionale “Checchi” di Fucecchio.
In diocesi ha insegnato presso la Scuola di Formazione Teologica Diocesana ed è stato apprezzato animatore di incontri di preparazione al matrimonio per i fidanzati.
Gli ultimi suoi anni di vita sono caratterizzati anche dall’impegno politico, che lo ha visto muoversi, pure in questo campo, con competenza, trasparenza e schietta umanità.
Muore a Capanne il 13 maggio 2007 dopo una malattia che, sopportata con grande dignità, non è riuscita a togliergli la forza morale e l’umanità dei giorni migliori.